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La pasta: amica degli italiani

Lunga, corta, mista, secca, fresca, all’uovo, al forno, ripiena, fatta in casa, calda, fredda, di semola di grano duro, di grano tenero, senza glutine. E’ lei: la pasta. Una presenza irrinunciabile sulle tavole degli Italiani. Colei che fa da consigliere silenzioso per le decisioni più importanti. L’amica del cuore e del buonumore, poiché, senza esagerare nelle quantità, un buon piatto di pasta può aiutarci a ritrovare il sorriso. Colei che, esigente come poche, va sempre trattata con cura e amore: se si sente trascurata, infatti, le basta anche un solo minuto per vendicarsi e rovinarci la giornata.

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In tanti hanno cercato di attribuirsi la paternità della pasta. Etruschi, Romani, Greci, addirittura Cinesi. In realtà le prime testimonianze sulla sua presenza arrivano dalla Sicilia Araba del 1154. Furono gli Arabi, infatti, a portarla sull’isola per la prima volta: Al-Idrisi, padre della geografia moderna, ne raccontò la sua preparazione guardando un gruppo di contadini di Trabia, un paesino vicino Palermo, laddove all’epoca veniva cotta al forno. La diffusione della pasta in senso moderno, come la conosciamo oggi, avvenne con il passaggio dalla cottura al forno alla bollitura: infatti, per i lunghi viaggi nel deserto, gli Arabi preferivano nutrirsi di pasta bollita perché si conservava meglio. Intanto, salendo anche a nord della Sicilia e attraversando quindi l’Italia, questo popolo ci fece conoscere la bontà e l’economicità di questo prodotto, favorendo lo sviluppo di molte botteghe di produzione di pasta, soprattutto a Napoli e Genova, ma anche in Toscana e Puglia.
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L’amava Totò, che si infilava nelle tasche chili di spaghetti nella speranza non finissero mai. Provò a farne a meno l’insolito americano Alberto Sordi, ma capitolò davanti ad un provocante piatto di spaghetti. La pastasciutta, insomma, è uno dei simboli per eccellenza non solo della nostra cucina, ma della nostra cultura. Sta quindi a noi declinarla sapientemente nelle ricette migliori. Come disse Federico Fellini, d’altronde, “la vita è una combinazione tra pasta e magia”.

Vorremmo continuare a raccontarvi della sua bontà, ma preferiamo concludere suggerendovi la ricetta di un classico della nostra cucina: il ragù toscano, per condire le tagliatelle o un qualsiasi altro tipo di pasta. 

Ingredienti :

  • ½ kg di vitellone magro macinato grosso
    150 g di fegatini di pollo
  •  
  • 150 g di carne di maiale
  • 2 belle carote
  • 2 grandi cipolle rosse
  • 6 bei gambi di sedano
  • 4 spicchi di aglio rosso
  • 2 bicchieri di vino bianco, purché buono
  • 300 g di pomodori freschi
  • Olio Extra Vergine d’Oliva
  • Abbondante prezzemolo, un po’ di origano e basilico
  • Sale e Pepe
Tritare grossolanamente le carote, il sedano, le cipolle, l’aglio e farli rosolare in un filo d’olio extra vergine d’oliva dentro una pentola larga e fonda finché non si saranno ridotti di volume. Aggiungere, a quel punto, le carni tritate e cuocere a lungo, badando a muovere spesso con un ramaiolo di legno e, quando la carne sarà ben cotta e comincerà ad “attaccarsi” sul fondo, continuare a rimestare il sugo senza interruzione finché quasi sarà bruciacchiato sul fondo della pentola.
A quel punto e solo a quel punto, a fuoco vivo, aggiungere velocemente i due bicchieri di vino bianco, coprire la pentola, e dopo qualche decina di secondi, moderare la fiamma, far evaporare e muovere con il mestolo di legno il fondo della pentola per “staccare” il sugo attaccaticcio, finché non scivolerà via libero sul fondo.
A fuoco basso e dopo che il vino sarà evaporato (non lo sentirete più al naso), aggiungere i pomodori tagliati a tocchetti e finire di cuocere fino a raggiungere la consistenza necessaria. A cottura ultimata aggiungere sale e pepe quanto basta.
Scegliete la pasta che più vi aggrada, cuocetela al dente, scolatela nel piatto da portata e versateci sopra il ragù caldo. C’è solo da girare bene il sugo e portare tutto subito in tavola. 

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